L’industria 4.0 ha dimostrato al settore dell’automazione che le risorse vanno impiegate in modo oculato. Questo periodo di difficoltà ha mostrato soprattutto a questo settore che non si può tornare indietro, ma bisogna sviluppare innovativi business model digitali per recuperare produttività.
Se c’è da trovare un aspetto positivo negli ultimi mesi, infatti, è proprio la consapevolezza che le tecnologie sono in grado di tenere in piedi molte attività economiche nonostante la chiusura forzata di fabbriche e uffici. Il lockdown ha spinto molte aziende del settore automotive, a mollare il sentimento restio che si aggirava attorno alle tecnologie 4.0 e adottare in modo massivo le soluzioni digitali per continuare a operare.
Il digitale, nonostante il momento di rottura, è in grado di dare una spinta decisiva per permettere alle aziende del settore dell’automazione, di mettere quanto prima alle spalle la recessione in corso. Sarà possibile farlo sviluppando nuovi servizi e business model per recuperare produttività.
Per farlo occorrono però cambiamenti radicali. Un esempio è dato dallo smart working, ampiamente utilizzato da marzo in avanti. “Col permanere delle difficoltà di spostamento (per questioni non solo di limitazioni, ma anche di costo), e con la maggior consapevolezza dei vantaggi del lavoro remoto, il traguardo successivo da raggiungere è di gestire da remoto anche riunioni articolate e con attori esterni all’organizzazione”, scrivono gli analisti della School of Management del Politecnico di Milano, con riferimento a riunioni progettuali complesse, trattative commerciali, revisioni e collaudi di avanzamento lavoro.
Di positivo c’è che, nonostante la congiuntura, il sentiment verso l’industria 4.0 rimane improntato all’ottimismo, rafforzato dalla considerazione che l’emergenza abbia accelerato la trasformazione digitale.
In un periodo in cui le risorse non abbondano diventa fondamentale ottimizzare gli sforzi. Diverse ricerche hanno evidenziato come la gestione dei progetti di innovazione 4.0 sia ancora una lacuna per molte aziende soprattutto italiane, che portano avanti iniziative sparse, senza una roadmap, un programma strategico o un coordinamento.
La pandemia legata al Covid-19 capita in un momento in cui il supporto da remoto, il 5G e l’innovazione nel campo dello sviluppo di software entrano realmente in gioco. Il lockdown stesso ha permesso di testare i servizi di rete, quand’anche se ne facesse un utilizzo ben più massiccio rispetto all’era pre-Covid.
Alla base di queste trasformazioni digitali, la sicurezza informatica diviene dunque un elemento cardine. La crescente popolarità delle applicazioni e dei servizi su cloud impone di esaminare attentamente i meccanismi di integrità di download e installazione di software e firmware autentico, la concessione di licenze software protette e la difesa dell’intero patrimonio digitale dell’azienda, ovunque esso sia diffuso.
Anche nel settore automobilistico la pandemia si è rivelata un formidabile acceleratore della trasformazione digitale. Lo dimostrano la maggior parte delle aziende del settore dalle più grandi, alle più piccole che proprio nel periodo di lockdown per permettere ai dealer di rimanere in contatto con i clienti offrendo così loro informazioni e assistenza, innovazioni che – anche dopo la riapertura – trasformeranno profondamente il consumer journey.
Attraverso la soluzione Software di Brochesia B View le aziende appartenenti al settore dell’automazione riescono così a fornire supporto efficiente ed efficace nella manutenzione, sviluppo, progettazione e produzione di prodotti e servizi nelle numerose sedi in tutto il mondo.
Le soluzioni Brochesia non si limitano al supporto fornito tramite gli Smart Glasses: il software è compatibile con qualsiasi dispositivo mobile Android (tablet e smartphone), in modo da dare a chiunque l’opportunità di sfruttare i benefici della Realtà Aumentata pur senza i vantaggi tipici dei dispositivi indossabili, riuscendo così eliminare lunghe, costose ed estenuanti trasferte.