La necessità di abbracciare la trasformazione digitale ed energetica è diventata sempre più impellente. Affrontare le sfide della competitività globale e rispondere alle crescenti richieste di sostenibilità ambientale richiede un cambio di paradigma. In questa prospettiva si muove il Piano Transizione 5.0, un programma di sostegno mirato a guidare le imprese italiane verso un futuro più digitale e sostenibile, previsto dall’articolo 38 del nuovo decreto PNRR.
Il Piano sviluppato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy mette a disposizione delle aziende italiane una cifra complessiva di 6,3 miliardi di euro nel corso del biennio 2024-2025. L’obiettivo finale della Transizione 5.0 è quello di favorire una riduzione dei consumi energetici delle imprese, introducendo nuovi strumenti innovativi, promuovendo anche l’autoproduzione di energia rinnovabile.
Credito d’imposta nella Transizione 5.0
Al cuore della Transizione 5.0 c’è il credito d’imposta, uno strumento fondamentale per incentivare gli investimenti delle imprese nella trasformazione digitale ed energetica. L’articolo 38 del nuovo decreto PNRR stabilisce che le imprese residenti o con stabili organizzazioni in Italia che effettuano investimenti in innovazione con l’obiettivo di ridurre i consumi energetici possono beneficiare di questo incentivo. A tal proposito, bisognerà dimostrare di aver ridotto di almeno il 3% il consumo di energia della struttura produttiva o aver ottenuto un risparmio energetico pari almeno al 5% nei processi interessati dall’investimento. Per verificare questi valori, i progetti innovativi dovranno essere valutati da un ente indipendente, con certificazioni ex ante e ex post.
Tuttavia, non tutte le imprese possono accedere al credito d’imposta. Sono escluse quelle in stato di liquidazione, fallimento o sotto altre procedure concorsuali. È fondamentale che le imprese rispettino le normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e gli obblighi contributivi per poter usufruire del beneficio.
Investimenti ammessi nella Transizione 5.0
Gli investimenti agevolabili riguardano sia beni materiali che immateriali, purché siano finalizzati a una riduzione dei consumi energetici. Tra questi rientrano anche software e sistemi per il monitoraggio e l’efficienza energetica. Inoltre, se soddisfatti i criteri di risparmio energetico, sono incentivati gli investimenti nell’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili, come il fotovoltaico, e quelli per la formazione del personale.
Calcolo dell’ammontare del credito
L’ammontare del credito d’imposta varia in base al costo degli investimenti, con un massimo di 50 milioni di euro per anno per impresa beneficiaria. Di seguito le aliquote previste.
- Riduzione del consumo energetico della struttura produttiva tra 3 e 6%, oppure risparmio energetico tra 5 e 10% nel processo interessato dall’investimento: 35% per la fascia d’investimento 0-2,5 milioni di euro; 15% per la fascia 2,5-10 milioni; 5% per la fascia 10-50 milioni
- Riduzione del consumo energetico della struttura produttiva tra 6 e 10%, oppure risparmio energetico tra 10 e 15% nel processo interessato dall’investimento: 40% per la fascia d’investimento 0-2,5 milioni di euro; 20% per la fascia 2,5-10 milioni; 10% per la fascia 10-50 milioni
- Riduzione del consumo energetico della struttura produttiva oltre il 10%, oppure risparmio energetico tra oltre il 15% nel processo interessato dall’investimento: 45% per la fascia d’investimento 0-2,5 milioni di euro; 25% per la fascia 2,5-10 milioni; 15% per la fascia 10-50 milioni
Come presentare la domanda
Le imprese devono presentare la domanda attraverso il Gestore dei Servizi Energetici, fornendo la documentazione richiesta. È prevista una verifica da parte del gestore e la trasmissione delle richieste al Ministero delle Imprese e del Made in Italy. L’ottenimento del beneficio è subordinato alla presentazione delle certificazioni da parte di un valutatore indipendente.
Questi in sintesi i passaggi della procedura:
- Invio da parte delle imprese della comunicazione ex ante al GSE e Certificazione ex ante .
- Verificata la documentazione fornita, il GSE trasmette al MIMIT l’elenco delle imprese con l’importo del credito, che verrà in questo modo “prenotato”.
- Comunicazioni periodiche al GSE sullo stato di avanzamento del progetto di investimento.
- Invio da parte delle imprese della comunicazione ex post al GSE corredata della certificazione ex post
- Certificazione del Revisore dei Conti.
- Utilizzo del credito d’imposta in compensazione in F24.
Modalità attuative e di controllo
Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy è responsabile dello sviluppo e della gestione di una piattaforma informatica per monitorare e controllare l’andamento della misura agevolativa. Sono previste modalità attuative per garantire il rispetto delle normative nazionali ed europee e l’efficacia degli investimenti.
Incentivi per l’acquisto delle soluzioni Brochesia
Ricordiamo, infine, che sono ancora attivi gli incentivi per l’acquisto di beni strumentali, materiali e immateriali, previsti dalla Transizione 4.0, grazie ai quali ottenere finanziamenti per l’acquisto delle soluzioni Brochesia.
Le aliquote attive per il periodo 2024-2025 sono:
- 20% del costo per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro
- 10% del costo per la quota di investimenti oltre i 2,5 milioni di euro e fino al limite di costi complessivamente ammissibili, pari a 10 milioni di euro
- 5% del costo per la quota di investimenti tra i 10 milioni di euro e fino al limite di costi complessivamente ammissibili, pari a 20 milioni di euro
- 5% del costo per la quota di investimenti superiore a 10 milioni fino al limite massimo di costi complessivamente ammissibili, pari a 50 milioni di euro, degli investimenti inclusi nel PNRR, diretti alla realizzazione di obiettivi di transizione individuati con decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro della transizione ecologica e con il Ministro dell’economia e delle finanze.
Per maggiori dettagli, contattaci per scoprire di più sugli incentivi previsti.